Al
Veneziacamp2009 una
associazione ha proposto la
Carta Etica Digitale della quale alcuni articoli mi hanno lasciato veramente perplesso:
Art.1 (Opportunità)
A chiunque deve essere universalmente garantita l’opportunità di accedere ad Internet per la diffusione del proprio libero pensiero.
Quindi anche ai terroristi? E Ai truffatori?
Art.6 (Segreto)
Chiunque condivide informazioni in Internet è tenuto a riportare la fonte di provenienza, nel caso la notizia sia frutto di autonoma attività provvede all’accertamento e alla conservazione della fonte che potrà essere resa pubblica solo su richiesta dell’autorità giudiziaria.
E perché mai? Siamo sul web, le notizie corrono più veloci della luce. E poi mica siamo dei giornali…
Art.7 (Anonimato)
Chiunque può ricorrere a sistemi di informazione anonima qualora il Governo del proprio Paese ponga in atto azioni lesive verso i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.
Prima dite di seguire la legge e poi di infrangerla?
Art.9 (Standard)
Chiunque scrive ed esegue un codice o un algoritmo informatico deve operare al fine di favorire l’interoperabilità dei sistemi.
Questo non ha
veramente senso, io scrivo di Linux e dovrei preoccuparmi che le mie nozioni e i miei algoritmi funzionino pure su Windows?
Art.10 (Gratuità)
Chiunque produce e diffonde liberamente la propria conoscenza deve essere agevolato secondo il principio di sussidiarietà.
Se uno è bravo e diventa famoso si prende già i soldi dalla pubblicità, le tasse usiamole per qualcosa di più intelligente…
L’idea è anche buona, ma gli articoli sono da rivedere